CANTI DELLE TERRE DIVISE: GENESI – recensione

Un gioiellino per gli amanti delle Terre Divise

Titolo originale: Canti delle Terre Divise – Genesi
Edizione originale/italiana: 2016
Editore: Fabbri
Collana: Crossing
Struttura interna: 170 pagine + Prologo + Ringraziamenti

– Considerazioni generali
Aspettavo qualcos’altro sulle Terre Divise appena avevo finito Paradiso, ben 2 anni fa. Volevo qualcosa che mi facesse tornare in quel magnifico posto. Ed è arrivato. Ma Genesi non è stato totalmente quel che mi aspettavo…

– Conoscere il libro –
La trama del romanzo:

Su un’isola dominata da un enorme vulcano, l’Oligarchia sta costruendo una prigione da cui nessun uomo potrà mai sperare di uscire vivo: l’Inferno. I lavori, però, procedono a rilento. Infatti nel cantiere ci sono spesso incidenti mortali e il progetto è quasi impossibile da realizzare senza un misterioso libro di cui l’Oligarchia non è mai riuscita a impossessarsi. Il volume è al sicuro nella bottega del saggio Nielub, che in seguito a una retata è costretto ad affidarlo al figlio Micael e al suo amico Federico. Sfogliando quelle pagine, Federico inizia a scoprire il particolare talento che possiede e l’ambiguo potere che il libro è in grado di esercitare su chi lo legge: in breve tempo, da umile manovale diventa architetto dell’Inferno e viene sedotto dal fascino sinistro dell’antico volume. Ma quando si accorge di aver perso il controllo sia dell’Inferno sia della sua vita, potrebbe già essere troppo tardi: dovrà tentare il tutto per tutto per salvare se stesso e le persone che ama dal mostro che ha creato. A guidarlo, un simbolo e un enigma dal significato oscuro: Visita interiora terrae rectificando invenies occultum lapidem. “Visita l’interno della Terra e, rettificando, troverai la pietra nascosta”.

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– La storia –
Tutto inizia poco prima di Inferno, con Federico, il padre di Alec, che viene scortato via di casa da delle guardie, poi si passa a 20 anni prima con la storia di Federico, che diventa architetto dell’Inferno, la super prigione dell’Oligarchia: grazie al libro costruisce qualunque macchinario serva, tanto che attira su di sé la vista degli oligarchi…

La storia è scorrevole, non troppo intrigante ma buona, purtroppo il libro è formato da sole 170 pagine che comportano che essa scorra troppo velocemente.

– Commento –
Come già detto, un altro libro sulle Terre Divise ci voleva, ma il nostro caro Gungui – che ho avuto modo di conoscere al Salone del Libro di Torino quest’anno, una persona davvero squisita! – poteva impegnarsi un po’ di più: cioè, il libro è molto bello, ma dopo la trilogia mi aspettavo qualcosa in più. Insomma, poteva sviluppare la storia in più pagine cosicché essa sarebbe venuta meglio! Ecco tutto.

In qualunque caso, gli amanti dei Canti delle Terre Divise non possono di certo farsi scappare questo gioiellino – e chi ancora non ha letto la saga di Gungui, si affretti a farlo!

– Rubrica cover –
Essendo un libro Made in Italy, non ho la controparte originale della cover, dunque il commento viene qui facile e veloce: la cover del libro è fenomenale. La Fabbri ha fatto benissimo a fare un sodalizio con Fabio Timpanaro per le copertine, che sono sempre stupende! Nonostante quelle di InfernoPurgatorioParadiso siano più belle, Genesi intriga, parecchio. E scoprire che il simbolo del “coltello avvolto da una spirale di foglie” (che vedete sulla cover di Genesi) era quello della quarta di copertina della trilogia… spiazzato, in positivo.

– Voto –
Concludendo, il libro è stupendo ma secondo me era da sviluppare in più pagine, quindi il voto è:

4
4 stelline su 5

From Inferno With Love,
Raduraio

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